Fonte: Valsoia
Un problema sempre più diffuso
Uno dei problemi più comuni tra quelli correlati al moderno stile di vita, caratterizzato dallo stress, dalla sedentarietà e da abitudini alimentari scorrette, è il sovrappeso. Gli studi scientifici più recenti e i dati rilevati dalle compagnie di assicurazione sulla vita hanno dimostrato che i rischi per la salute provocati dal grasso corporeo in eccesso sono associati non solo all’obesità, ma anche a un aumento di peso relativamente ridotto.
Quando si è in sovrappeso?
Il sistema più diffuso per capire se il proprio peso è o non è nella norma, è rappresentato dal calcolo dell’IMC (Indice di Massa Corporea) o BMI (Body Mass Index) che considera il peso corporeo espresso in Kg diviso per la statura al quadrato espressa in metri. Se il valore che si ottiene si colloca tra 18,5 e 24,9 si tratta di una condizione di normopeso; se il valore si pone nell’intervallo tra 25 e 29,9 si tratta invece di sovrappeso più o meno marcato; un valore pari o superiore a 30 è indice di obesità.
È bene ricordare che anche quando si è in modesto sovrappeso, un accumulo di grasso a livello addominale, la cosiddetta distribuzione “a mela”, favorisce il rischio di sviluppare diverse patologie, in particolare quelle metaboliche e cardiovascolari.
La misurazione della circonferenza della vita costituisce un metodo semplice e pratico per individuare le persone più a rischio. La circonferenza deve essere inferiore a cm 88 nelle donne e inferiore a cm 102 negli uomini.
Come si può ridurre un modesto sovrappeso?
L’alimentazione e la sedentarietà influenzano notevolmente l’equilibrio energetico e sono anche i fattori più facilmente modificabili; per questo motivo, la perdita di qualche chilogrammo può essere ottenuta in vari modi:
sia attraverso una vita fisicamente più attiva che incrementi le uscite di energia; per stile di vita fisicamente attivo si deve intendere soprattutto un tipo di comportamento che, nell’espletamento delle attività quotidiane, dia la preferenza all’uso dei propri muscoli anziché all’uso di macchine (per esempio camminare anziché usare l’auto, salire e scendere le scale piuttosto che utilizzare l’ascensore,...).
sia attraverso la correzione delle abitudini alimentari scorrette e un’equilibrata riduzione delle entrate caloriche; tale riduzione, tuttavia, non deve essere spinta oltre determinati livelli poiché deve essere sempre garantito all’organismo l’apporto di tutte le sostanze nutritive;
Un aiuto ad ottenere i risultati sperati viene anche dal consumo corretto di integratori alimentari specifici, meglio se naturali .
Fonte: Valsoia
Ecco le regole, semplici ma efficaci, che se riuscirete ad applicare con costanza non mancheranno di dare i risultati attesi:
distribuire adeguatamente i pasti durante la giornata senza saltare la prima colazione, integrandoli eventualmente con uno o due spuntini leggeri; in questo modo sarà distribuito meglio anche il carico calorico giornaliero;
consumare i pasti sempre alla stessa ora per regolarizzare i meccanismi di fame e sazietà;
masticare bene e a lungo, per gustare e assimilare meglio il cibo, con la sensazione di mangiare di più;
moderare l’uso dei grassi da condimento in genere e utilizzare quelli di origine vegetale come l’olio extra vergine d’oliva o l’olio di soia, preferibilmente a crudo sugli alimenti;
introdurre nella propria dieta anche cereali e derivati in forma integrale, più ricchi di fibre e con maggiore potere saziante;
mangiare ogni giorno 2 porzioni di verdure, preferibilmente di stagione, e di cui almeno 1 cruda e 2-3 porzioni di frutta fresca variandone il più possibile il tipo e il colore per il diverso apporto di vitamine, sali minerali e sostanze antiossidanti;
evitare o limitare il consumo di bevande alcoliche, bibite e succhi di frutta;
non eccedere con l’uso del sale e insaporire i cibi con erbe aromatiche e spezie;
mantenere sempre una buona idratazione bevendo almeno 8-10 bicchieri di acqua durante la giornata;
variare sempre la scelta degli alimenti utilizzati per comporre i propri pasti!
Fonte: Articolo pubblicato da Valsoia
I Fermenti, che devono essere vivi e attivi per esercitare a pieno la loro funzione benefica, sono in grado di:
Spesso si verifica la necessità di un riequilibrio della flora batterica intestinale, ma la nostra alimentazione quotidiana difficilmente risulta in grado di soddisfare questa esigenza, in quanto scarseggiano i cibi cosiddetti "vivi"; oggigiorno, per esempio, nemmeno il latte pastorizzato ha contenuti interessanti di lattobacilli.
Ecco giustificato il sempre più inevitabile ricorso all'integrazione di fermenti lattici vivi, integrazione più efficace se associata ad una sostanza prebiotica
Fonte: Articolo pubblicato da Valsoia
Il colesterolo è un componente fondamentale del nostro organismo, importante per produrre numerosi ormoni e per la formazione delle membrane cellulari, in particolare delle cellule nervose.
Viene prodotto dal nostro organismo, soprattutto dal fegato, e, in parte, assorbito attraverso gli alimenti.
È possibile trovare il colesterolo in tutti i cibi che provengono dagli animali (carni rosse, pollame, uova, latte, formaggio), mentre non è presente in nessun alimento di origine vegetale.
I valori del colesterolo nel sangue dovrebbero essere inferiori a 200 mg/dL.
Sono considerati valori normali 120 - 220 mg/100 ml per il colesterolo totale, 40 - 80 mg/100 ml per l’HDL, 70 - 180 mg/100 ml per l’LDL.
Con livelli di questo tipo, il rischio di malattie cardiovascolari è contenuto
HDL sta per lipoproteine ad elevata densità. Il colesterolo HDL è considerato “buono” perché sembra che diminuisca il rischio di infarto o di ictus, poiché le lipoproteine rimuovono il colesterolo in eccesso dalle arterie e lo trasportano fino al fegato, dove viene eliminato.
Questo significa che, a differenza di quanto avviene per altri tipi di colesterolo, più alto risulta questo valore minori sono i rischi in cui si incorre (valore superiore a ad oltre 60 mg/dL).
Il colesterolo HDL può essere aumentato smettendo di fumare, perdendo il peso in eccesso e facendo una vita più attiva.
LDL sta per lipoproteine a bassa densità.
È il tipo di colesterolo che può rivelarsi più dannoso per la salute e in particolare per il cuore, perché queste lipoproteine portano il colesterolo dal fegato ai vasi sanguigni. Un livello elevato di colesterolo LDL accresce il rischio di ictus e infarto (oltre 190 mg/dL). Più bassi si mantengono questi valori (inferiori a 100 mg/dL) tanto più contenuto risulta il rischio di andare incontro a malattie cardiovascolari.
Un colesterolo alto segnala che è in aumento il rischio di subire un ictus o un infarto. È questo il motivo per cui è consigliabile tenere i valori del colesterolo sempre sotto controllo e discuterne con il proprio medico.
Con un semplice esame, il test del “profilo lipoproteico”, è possibile verificare i valori del colesterolo nel sangue, sia come valori assoluti, sia come livelli di colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo cattivo) e HDL (il cosiddetto colesterolo buono), come pure sul livello dei trigliceridi (grassi cattivi).
Se nel nostro organismo ci sono livelli elevati di colesterolo, questo si deposita sulla superficie interna dei vasi sanguigni, formando delle placche che, a lungo andare, possono restringerli. Nei casi più gravi, le placche possono ostruire completamente le arterie, provocando infarti o ictus.
L’ipercolesterolemia agisce lentamente nell’organismo umano e non dà alcun sintomo. Proprio per questo motivo è importante cercare di scoprire quali sono i livelli di colesterolo totale, HDL e LDL nel sangue eseguendo controlli periodici.
Fonte: Articolo pubblicato da Valsoia
Un livello di colesterolo troppo elevato nel sangue, soprattutto se associato ad altri fattori di rischio come il fumo, l’obesità, il diabete, una vita sedentaria, può portare all’ictus e all’infarto.
È possibile ridurre questi livelli osservando una dieta sana e povera di grassi, calando di peso e praticando regolarmente una moderata attività fisica.
Ci sono, però, delle persone che sono costrette assumere integratori o farmaci perché modificare la dieta o calare di peso può non essere sufficiente a ridurre i livelli di colesterolo.
Come tenere sotto controllo il colesterolo attraverso l’alimentazione. Per quanto riguarda il controllo del colesterolo esogeno, le raccomandazioni delle fonti più autorevoli prevedono un’introduzione di colesterolo con la dieta non superiore a 300 mg/die.
A questo proposito, possono essere messi in pratica alcuni utili suggerimenti alimentari:
Le vitamine, ognuna con un’azione specifica, sono dei micronutrienti indispensabili per supportare le funzioni vitali. La dose di micronutrienti che bisogna assumere ogni giorno può variare in base alle caratteristiche individuali. Ad entrare in gioco sono l'età, il sesso e condizioni fisiologiche particolari come la gravidanza o l'allattamento al seno. Inoltre alcune terapie farmacologiche, stili di vita scorretti, stress, ritmi frenetici e un’alimentazione poco equilibrata possono portare a carenze micronutrizionali.
Le vitamine appartenenti al gruppo B sono tutte idrosolubili, ossia che si sciolgono in acqua, non vengono immagazzinate nel nostro organismo, bensì sono pronte all’uso. Tra di esse ci sono:
Il sistema immunitario può essere considerato l'arma che l'organismo ha a disposizione contro i microbi responsabili di malattie.
COME CI PROTEGGE IL SISTEMA IMMUNITARIO
CAUSE DI INDEBOLIMENTO DEL SISTEMA IMMUNITARIO
Micro-organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell'ospite (FAO/OMS, 2001).
Per avere effetti benefici devono sopravvivere nel tratto gastrointestinale e aderire alla mucosa riproducendosi.
I batteri lattici, per la maggior parte rappresentati dai lactobacilli, e i bifidobatteri sono le tipologie più studiate ed utilizzate di microrganismi probiotici.
I prebiotici rappresentano, il nutrimento dei batteri probiotici. Si tratta di fibre alimentari solubili non gelificanti e carboidrati non digeribili che favoriscono la proliferazione e la crescita dei probiotici nell'intestino.
I simbiotici infine sono un mix tra probiotici e prebiotici, la cui azione sulla salute è sinergica e per questo definita simbiotica. Hanno capacità di migliorare da un lato la sopravvivenza degli organismi probiotici e dall’altro di favorire la formazione di un substrato specifico alla flora batterica intestinale già residente.
Il microbiota intestinale, più comunemente conosciuto con il nome di flora batterica, è l’insieme di microrganismi che risiede nel nostro tratto gastrointestinale – soprattutto colon e intestino tenue – ed ha un ruolo determinante per la nostra salute.
Diversi fattori possono influire sulla composizione della flora intestinale, alterandone l'equilibrio naturale:
Flora intestinale alterata: sintomi
È fondamentale non saltarla, anzi. Pertanto, dovendo essere una “buona” prima colazione, il consiglio è di orientarci verso quegli alimenti non ricchi in zuccheri e grassi (e calorie) e ciò non è difficile. Infatti, possiamo scegliere tra latte di mucca o di soia parzialmente scremato, yogurt magri al naturale o alla frutta, budini, tè, succhi di frutta non zuccherati o spremute di arance, cereali in fiocchi, pane o fette biscottate con marmellata o con crema di nocciola, pane con prosciutto senza grasso, frutta fresca.
L’alimentazione è tra i fattori non genetici che di più può influire sulla durata e sulla qualità della vita. Ne sono un tipico esempio la dieta mediterranea e quella giapponese, caratterizzate da cereali (noi pane e pasta, loro riso), carni bianche, pesce, legumi (noi più fagioli, ceci, lenticchie, piselli, loro più soia), formaggi meno grassi (latticini per noi, tofu per loro), verdura, frutta fresca e, come condimento, l’utilizzo dell’olio d'oliva extravergine per noi e di soia per loro. Tale approccio dietetico rappresenta, al pari dell’attività fisica e del non fumare, non solo la migliore strategia preventiva delle malattie cardiovascolari (e dei tumori) in quei soggetti già portatori di fattori di rischio cardiovascolare, ma anche l’intervento migliore per mantenere un buon stato di salute.